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La sezione Nuoto ieri... (chi eravamo) |
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Più di quarant'anni di polisportiva (dal 1964) e "solo" trentuno di sezione Nuoto. Per dire che la nostra sezione si aggiunge come un vagone a un treno che è già in corsa lungo un binario prestabilito e che ha come meta il traguardo dello "Sport per tutti" come tanti nei primi anni '70. Questo per dire che nella matrice "genetica" della nostra attività è ben chiaro, fin dall'inizio, che il viaggio aveva come scopo quello di avere quanti più compagni di viaggio possibile, per "giocare" tutti insieme allo sport del nuoto. Inoltre il motivo della nostra nascita stava nel desiderio di alcuni soci di altre discipline di poter far frequentare ai loro figli un corso di nuoto! Morale: un gruppo di una trentina di ragazzi in una polisportiva che già allora contava diverse centinaia di atleti (soprattutto calciatori). Le condizioni in cui si operava allora non consentivano, né lo si desiderava, di mirare alle prestazioni di "alto livello": si nuotava alla piscina della scuola elementare "Corazza", lunga ben 16 m e profonda in media 90 cm, con orari sfavorevoli, istruttori volonterosi e poco più. Per noi quello era lo spirito dei tempi; ai margini delle risorse impiantistiche, in uno sport altrettanto marginale (quale era allora il nuoto italiano), in una città all'estrema periferia del mondo natatorio nazionale e senza piscine degne di questo nome. Insomma, l'America era lontana (come pure la Germania Est, e l'URSS, e... molti altri); l'orizzonte era quello del solo ambito degli enti di promozione (UISP). Raramente gli anni trascorrono invano e nelle vicende di un gruppo umano ci sono sempre mutamenti legati all'evoluzione personale, all'apprendimento di tecniche, alla storia e al caso. Con l'avvicinarsi degli anni '80 si concentrano diversi accadimenti che qui sintezziamo in ordine di importanza decrescente: 1) l'apertura di un nuovo impianto cittadino (1977) 2) maggiori possibilità organizzative 3) l'affermarsi di una mentalità più marcatamente agonistica 4) l'arrivo di atleti e tecnici più "ambiziosi" 5) sinergie con la "sezione pallanuoto" in tumultuoso sviluppo Le conseguenze prendono forma come crescita numerica e qualitativa, ma l'obiettivo di fondo rimane quello dello "Sport di Massa"; in questo contesto per i nuotatori "talentuosi" che la nuova capacità tecnica o la semplice statistica ha fatto crescere sotto le nostre bandiere si pone il problema di accedere all'attività "di livello federale" per la quale il resto della squadra non era certamente pronto. Infatti gli spazi e le risorse alle quali attingere erano allora - come per molti versi sono tuttora - assolutamente marginali nel panorama locale, ma la voglia di crescere aguzza l'ingegno e la Polisportiva Coop (allora "Nordemilia") si fa promotrice insieme ad altri pionieri (Circolo Nuoto Imola e Polisportiva Masi di Casalecchio) della costituzione di un'entità agonisticamente sovraordinata in cui far confluire gli atleti di punta per permettere loro di svolgere l'attività federale al meglio delle possibilità organizzative necessarie: l' A.N.E.R. (Associazione Nuoto Emilia-Romagna) nota in seguito Drago Nuoto (dallo sponsor di allora). Ad ANER confluiscono tra il 91 e il 93 ben altre 7 società con medesimi intenti e con queste dimensioni è naturale occupare una posizione di vertice tra le realtà regionali, come in effetti accadde. Per i nostri nuotatori (i pionieri parmigiani erano allora Sara Morini, Daniele Giliberto e Gabriele Bonazzi) le prime partecipazioni a campionati nazionali federali (categoria e assoluti) mentre il resto della sezione continua a "navigare" nelle calde e tranquille acque dello sport promozionale. Vicende che non sono da approfondire in questa sede, ma sempre legate al susseguirsi delle stagioni e delle storie, condussero alla conclusione dell'esperienza ANER nel volgere di qualche anno, ma lo spirito che l'aveva generata segnò profondamente i partecipanti che rimasero legati a questo modello e che - vedremo - ritornerà più volte in seguito. Gli anni '90, fuori da ANER nel '92, sono per la sezione nuoto anni di grandi trasformazioni e passaggi, con alti e bassi legati allo stesso caso che già aveva manifestato i suoi effetti nel decennio precedente: 1) cambiamento dell'assetto gestionale nelle piscine comunali con assai maggiori possibilità organizzative 2) la scelta di aderire in prima persona all'attività federale 3) una diversa "leva" natatoria 4) alternarsi di diverse figure tecniche 5) allargarsi del solco tra i rami nuoto e pallanuoto Nuovi problemi quindi, ai quali si aggiunge la vorticosa crescita numerica che impone maggiori qualità organizzative (i trenta nuotatori degli anni settanta sono diventati circa 400 con un peso che si avvicina alla metà dell'intera polisportiva!), la fatica di ridefinire in contesti mutati il significato dell'attività e, infine, le disponibilità personali che si rendono necessarie ma che in un ambito amatoriale, volontario e non professionale sono rare e limitate. Questo processo di elaborazione, tuttora in atto, ha fatto comunque crescere la coscienza per la sezione di qual è il suo ruolo, quali sono le funzioni e le attese che alle quali deve fornire risposta; in definitiva siamo - agli esordi del XXI secolo, in grado di progettare consapevolmente la meta e il percorso del "treno" che prendemmo in corsa quasi trenta anni fa. |
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oggi... (chi siamo) |
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Siamo, è bene chiarirlo prima di tutto, ancora quelli che si prefiggevano di "far giocare lo sport dell'acqua" a quanti più giovani possibile, ma abbiamo la presunzione di capire che il nostro ruolo di società di base ci impone ancora una crescita qualitativa molto forte nella consapevolezza che non possiamo -oggi- aspirare ad essere una squadra di vertice. Le risorse - uomini (tecnici e dirigenti), impianti (piscine, palestre, attrezzature), fondi (in lire o euro) - che possiamo mettere in campo sono limitati e talvolta ancora marginali, ma gli obiettivi sono più ambiziosi che mai: far crescere chiunque voglia diventare "acquatico" fino al proprio massimo livello di competenza (e di piacere motorio). Se il "livello" del singolo atleta è quello dell'attività promozionale o quello dell'alto livello non fa differenza alcuna sul piano della considerazione o del rispetto, differisce semplicemente la proposta di impegno che gli viene offerta: più lieve nel primo caso, più intensa nel secondo. E' prevista anche una terza possibilità che è quella dell'attività mista nuoto/pallanuoto. La scelta dell'ambito viene effettuata con il passaggio nella fascia cosiddetta di "categoria" (cioè dai "Ragazzi" in poi), mentre la fascia più giovanile, ancora impegnata nell'addestramento è naturalmente unica per tutti, con la sola divisione in categorie di esordienti. Per i nuotatori di "rango" che lo meritano e lo desiderano abbiamo rielaborato con la preziosa collaborazione della Coopernuoto di Correggio/Novellara l'esperienza e l'opportunità di una squadra che concentri l'impegno di alto livello agonistico (ecco appunto il fantasma dell'ANER che ritorna...) offrendo loro la possibilità di conoscere "le gioie e i dolori" di un impegno più elevato. L'esempio di come si concretizza questa possibilità è fornito dalla stagione 2000/2001 nella quale la nostra Elena Tassi, allenatasi con noi, ha poi gareggiato come Coopernuoto/Podium ed ha potuto partecipare ad un'attività che l'ha vista emergere a livello nazionale come una delle nuotatrici più promettenti in ambito giovanile (ricordiamo qui "solamente" le cinque medaglie ai "Categoria" di Roma - 4 argenti e un bronzo -) e "in odore di nazionale juniores". A Elena si affiancano quest'anno anche Martina Ghillani e Giulia Longari, che pur continuando ad allenarsi nell'impianto di Via Zarotto insieme ai "vecchi" compagni di squadra passano sotto le insegne Coopernuoto in occasione delle gare FIN, mentre per Marta Perenich, Marianna Rastelli, Elena Cavagni, Matteo Morini, Daria Comito, Carlotta Zilioli, Rachele Cavallaro e Lorenzo Santin e un'altra settantina di agonisti continuano sotto quelle, gloriose, della Coop. C. Nord Est. La prossima stagione (settembre 2002) si aprirà con una vera novità, capace di rivoluzionare il mondo natatorio parmigiano, l'apertura di un nuovo impianto coperto con un gestore che non è un semplice operatore economico e col quale è inevitabile relazionarsi: questo potrebbe effettivamente cambiare le prospettive del nuoto di domani a Parma. |
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domani... (chi vorremmo essere) |
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Insisteremo - testoni - per un bel pezzo a essere quelli dello " Sport per Tutti" è ovvio, ma vorremmo migliorare la nostra capacità di crescere contemporaneamente persone e nuotatori. Siamo coscienti che uno sport come il nuoto che impegna molte, moltissime ore della settimana di un giovane per anni e anni non può essere, non è, "solo un gioco" perciò operiamo oggi per avere persone responsabili domani, capaci a loro volta di proseguire quel processo di educazione alla vita attraverso lo sport che in realtà è sempre stato il vero fine ultimo della nostra società sportiva. Insegnare a nuotare, a migliorarsi nella tecnica, nella consapevolezza e nello spirito, insegnare ad affrontare il gioco, la sofferenza personale e l'avversario richiede ben più a istruttori, ad allenatori e insegnanti in genere che la semplice abilità nel compiere un movimento. La formazione dei tecnici sarà appunto la priorità del nostro domani e attraverso questi potremo sicuramente migliorare noi stessi, l'ambiente dello sport e la società in generale. Comprendere il proprio ruolo, le proprie possibilità, i limiti, migliorare le prestazioni, portarle al massimo possibile, accettarsi e accettare l'altro, agire insieme agli altri è il miglior modo di "fare lo sport" del nuoto che riusciamo a immaginare: solo del nuoto? |
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